Un walkscape per ripercorrere i luoghi che hanno visto la nascita delle scuole a Pesaro, l’avvio di un processo di alfabetizzazione e subito dopo di formazione professionalizzante, con un taglio specifico e molto riconoscibile anche nelle scelte architettoniche: quello di essere una “scuola di cose”, scuole che hanno abbracciato una didattica attiva e concreta e per questo hanno occupato edifici funzionali e si sono avvalse di strumenti e collezioni che ancora oggi esistono in più nuovi edifici.

- Concept: Roberto Vecchiarelli, Sara Cambrini, Antonella Micaletti
- Ricerche storiche:  Archivio di Stato Pesaro Urbino, Biblioteca Oliveriana
- Walkscape: Antonella MIcaletti
- Digitalizzazione: Settimio Perlini - almaloci.com
- Immagini e documenti: Archivio di Stato Pesaro Urbino, Biblioteca Oliveriana, Archivio Stroppa Nobili, istituto Cecchi Pesaro, Liceo Scientifico Marconi Pesaro

" Abbiamo fatto l’Italia, ora facciamo gli italiani": questa frase di Massimo D’Azeglio la conosciamo tutti. Il valore morale delle azioni intraprese all’indomani della unità d’Italia è forte e chiara. Tra queste hanno un posto prevalente l’istruzione e la formazione.

L’ispettore provinciale Daneo scrive nel 1862: “ Questa nostra patria deve assolutamente ritornare, qual fu, la terra del sapere e della gentilezza. E chiunque ha fior di senno vedrà non esservi, per raggiungere questa meta, altra via a percorrere che quella segnata dall’istruzione e dalla educazione popolare”.

Cosa accade a Pesaro tra ‘800 e ‘900 è significativo di una bella pagina di politica, che continua il percorso morale cominciato nella prima parte dell’800: tra le altre cose, con l’apertura di un teatro nuovo e di uno dei primi giardini pubblici italiani.

Caduto il governo Minghetti, nel marzo del 1876, il re affidò ad Agostino Depretis, capo dell’opposizione, l’incarico di formare un nuovo governo. Tra le principali azioni del suo governo ci fu la lotta contro l’analfabetismo: nel 1861 in Italia gli analfabeti erano il 78% (con un minimo del 50% in Lombardia e un massimo del 90% nel Mezzogiorno). Nello stesso periodo in Francia era analfabeta il 40% della popolazione, in Gran Bretagna il 25% degli uomini e il 50% delle donne. Nel 1859 era stata varata in Piemonte la legge Casati che prevedeva l’istruzione elementare gratuita con frequenza obbligatoria per i primi due anni. La legge Casati fu estesa poi all’Italia unita, ma la sua applicazione fu difficile a causa della mancanza di scuole e di insegnanti preparati. Nel 1877 il governo Depretis varò la legge Coppino che elevava l’obbligo scolastico fino a 9 anni di età. Furono inoltre creati asili d’infanzia e scuole serali per permettere agli adulti di leggere e scrivere. Tuttavia in molta parte d’Italia continuavano a mancare scuole e maestri e, a causa della diffusa povertà, molti genitori rifiutavano di mandare i propri figli a scuola.

Ma l’azione politica volta alla formazione diffusa si evolse rapidamente e passò dall’obiettivo di alfabetizzare tutti a quello di formare delle nuove professioni e quindi ad una formazione più concreta, supportata non solo da testi da imparare a memoria, ma da macchinari, laboratori e tutto ciò che poteva contribuire a costruire una didattica realmente utile alla formazione di nuove figure professionali: come ha scritto Rosa Fiore ” con i Programmi parificati in tutta Italia nel 1888 comparvero nuovi procedimenti didattici come la ‘lezione di cose’, l’osservazione diretta di oggetti”. (L’Istituzione scolastica nel periodo successivo all’Unità d’Italia. Un breve analisi storica sulle innovazioni e le riforme legislative.2008)

A Pesaro nascono scuole e convitti e al loro interno si formano le prime collezioni, che ancora possiamo ammirare. Gli ispettori Daneo nel 1859 e Presbitero nel 1866 attestano di una condizione molto positiva delle scuole nella provincia e di soddisfazione per la partecipazione degli insegnanti coinvolti in una azione morale e politica. Davvero curioso il documento che attesta la scelta di premiare gli studenti più meritevoli delle diverse scuole regalando libri e dizionari.

Gli ultimi anni ell’800 sono anni di grande fermento a Pesaro, in linea con un clima ricca di entusiasmo per il cambiamento in seguito alle diverse annessioni all’ Italia Unita di tante altre città. Qui la nascita della Scuola regia di agricoltura a Villa Caprile, l’istituzione di una Scuola di Arte applicata all’Industria, l’inaugurazione del Liceo Classico, l’apertura di Casa Rossini che diventa pubblica, l’ inaugurazione del l’Osservatorio Valerio: questo ed altro contribuiscono a cambiare il volto del territorio. Pesaro raddoppia la sua popolazione e si apre alla scienza e alla tecnica: arriva il gas che trasforma l’illuminazione da quella a petrolio a quella a gas che è inaugurata nel 1882 alla Fiera di San Nicola, ma che poi illuminerà anche il Teatro Rossini, per il piacere di un nuovo pubblico e di una cittadinanza più partecipe delle attività culturali.